File:Le imagini de gli dei de gli antichi (1609) (14559566020).jpg

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Title: Le imagini de gli dei de gli antichi
Year: 1609 (1600s)
Authors: Cartari, Vincenzo, b. ca. 1500 Malfatti, Cesare, b. ca. 1550
Subjects: Mythology, Classical
Publisher: Venetia, Appresso E. Euangelista Deuchino & Cio. Battista Pulciani
Contributing Library: Duke University Libraries
Digitizing Sponsor: Duke University Libraries

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lo buono vccello ; dal qual ella pigliò buono augurio, le fu lafpalladfcorta, quando di Cjrecia andò ne i campi Isfapolitani. Conciofia che non Apollo •foleuano mai i Cjrcci, pafiare di vno in vnaltro luoco, fé prima non nepìgliauano augurio , e non ne dimandauano configlio olii Dei. Han-no poi dato i Toeti à Fcbo,qnale il mede fimo che ^Apollo^ come dijffigià,oltre alle altre cofe, vn carro tirato da quattro velociffimi dcHrieri, co- r ...me dice Ouidio ; ancor che Marnino di due fidamente faccia mentione ; carro jjQuelli furon nominati, Tiroo il primo , che dinota roffeggiante, effen- Febo.do che la mattina, quando fi leua il Sole > pare a noi rofjo di colore ; il fe-condo Eoo, che vuol direrifplendente , effendo che il Sole al^atofi peralquanto fopra il nof.ro Hemifpcrofi vede età noi rifplendere chiaramen-te ; il ter xp Eton : che ardente lignifica, poi ohe nel mev^p giornojembrano i raggi folari ardere douuvque percuotono ; il quaUo Flegon, l chs 4é Imagini cfe i Dei
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jfmagìne del Sole detto meo Febo, & ^polline Di*del giorno lignificante lì effettifuoi nelle Stagioni & nefegnì celettì, & nella Luna3& che la Luna nelfegnod Ariete >ehumtdiffima efieìido congionta con ilSole7chctutto illumina > Cf dà n/ìta^. Degli Antichi. 6j che è vn colore tra il gtaUoi& il nero, C? vai quanto, amator della ter-ra 3 poi che à putito fembra il Sole, quando la fera fé ne vi per tramon-tare di vn tal colore, & parche quafi amante fé ne corra v dodi fimi pertipofare nel grembo del? ampia terra-,per quelle proprietà dunque\ furonopofU ai fuo carro,quale Gnidio dice, che era tutto doro, (e non che i raggi delle ruote era- Carrono di argento, & che vi erano toh bettiffimo ordine affif/ì per tutto tufo- ■E?e° *litit& altre lucidiffimegemme, U quai tocche dal lume di Velo rendeva-no mirabilefplendore. Tutto quefto, che Ovidio mette nel carro di Fe-bo, & a

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