File:Fresatrice di ruote - Museo scienza tecnologia Milano 03677 01.jpg

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Title
fresatrice di ruote
Description
Italiano: La struttura della macchina è particolare e inusuale sia per la notevole dimensione sia perché fissata al piano del tavolo che la sostiene; il sistema consente un'escursione ampia della fresa, e dunque la lavorazione di ruote con grande diametro La piattaforma presenta dispositivo centrale modanato e sagomato, raccordato e fissato al tavolo di supporto mediante tre bracci metallici piatti e curvati. Il carro, posto a sostegno dell'asse rotante su cui è montata la fresa a disco, è ancorato a sostegno verticale con terminazione superiore curvilinea, anch'esso fissato al piano del tavolo. La fresa, macchinario articolabile verticalmente a cerniera, è allontanabile o avvicinabile al centro su cui è fermata la ruota da intagliare. La macchina è dotata di ingranaggio a manovella con braccio curvo e pomolo ligneo Corredo composto da disco divisore accessorio; frese e alberi di ricambio Gambe del piano non sono pertinenti.
Funzione

La fresatrice serve per intagliare direttamente le ruote dentate di cui l'orologio è essenzialmente costituito; sistema (rotismo), destinato a imprimere il moto con il minore impegno di energia e il minimo attrito. Il carro, pezzo componente la macchina, posizionabile nell'assetto desiderato, serve a ospitare frese di differente tipo, che appunto consentono il ritaglio di denti di diversa sagomatura e dimensione sulle ruote da lavorare. La piattaforma, altro elemento costitutivo fondamentale della macchina, mediante un dispositivo centrale regolabile, ha la funzione di definire la collocazione e il numero di denti distribuiti sul profilo del disco da dividere: la piattaforma reca infatti incisi punti continui che formano cerchi concentrici, laddove il numero di tali punti è conforme al numero di denti delle ruote da dividere. Il diametro dell'ingranaggio ottenibile sulla macchina era consono alla grandezza della stessa; pertanto la dimensione della struttura era proporzionale a quella delle di ruote da realizzare: di piccolo, medio, grande formato.

Modalità d'uso

La macchina utensile per il trattamento del metallo imprime il movimento, rotatorio intorno al proprio asse, alla fresa, e lo spostamento al disco in lavorazione. Ottenuto mediante ritaglio un disco di diametro consono al numero dei denti, questo era forato al centro, e se necessario lavorato sul tornio per ottenere precise misure. Tale operazione - in tale caso la macchina rispondeva a duplice funzione - poteva essere direttamente effettuata sulla fresatrice: fermata la ruota al perno centrale e, liberato il blocco della alidada (asticciola), si faceva ruotare la piattaforma su sé stessa mentre, avvicinata la ruota alla fresa, la si metteva in rapido moto, così da erodere il pezzo sino alla dimensione desiderata. L'ingranaggio con manovella, di cui era dotata la macchina, consentiva di far ruotare a discreta velocità la piattaforma stessa Si procedeva poi al taglio dei denti immobilizzando con l'alidada sia la piattaforma sia il disco da dentare. Quindi si accostava il carro su cui era montata la fresa a sua volta posta su asse rotante e basculante. Posta in rapido moto la fresa tramite un archetto, la cui corda era avvolta su puleggia, la si faceva scendere sul bordo della ruota ottenendo di intagliare l'incavo che forma il dente.

Notizie storico-critiche
Parte della storiografia assegna a Robert Hooke, fisico inglese (1635-1703), l'ideazione di questa tipologia di macchina utensile, tuttavia è ragionevole supporre che il macchinario sia stato approntato per stadi successivi dagli stessi costruttori di piattaforme. L'inventore è dunque sconosciuto. Dall'inizio del Settecento si rilevano comunque notizie certe in merito alla macchina per tagliare i denti. Lo si evince da un disegno pubblicato nel 1709 da Nicolas Bion nel suo "Traite des instrumens de mathématique, dal quale se ne ricava appunto la composizione. Nelle tavole della Encyclopédie si trova illustrata la macchina per tagliare le ruote di Sully (cfr. IV, tavv. XX-XXI-XXII-XXIII), e quella ideata da Hulot (cfr. IV, tavv. XXIV-XXV-XXVI).
Date between 1740 and 1760
date QS:P571,+1750-00-00T00:00:00Z/7,P1319,+1740-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1760-00-00T00:00:00Z/9
Medium legno
Dimensions height: 40 cm (15.7 in); width: 74 cm (29.1 in)
dimensions QS:P2048,40U174728
dimensions QS:P2049,74U174728
Weight: 10 kg (22.21 lb)
institution QS:P195,Q947082
Accession number
3677
Object history Simoni ditta - BO
References
  • Mestiere Sapere (1983) Il mestiere e il sapere duecento anni fa: tutte le tavole dell'Encyclopedie francaise, Milan, p. 392
  • De' Toma, N. (2005) La misura del tempo. L'antico splendore dell'orologeria italiana dal XV al XVIII secolo, Trento, pp. 267−278
  • De' Toma, N. (2005) La misura del tempo. L'antico splendore dell'orologeria italiana dal XV al XVIII secolo, Trento, pp. 379−400
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
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current12:22, 21 May 2016Thumbnail for version as of 12:22, 21 May 20161,600 × 1,067 (718 KB)Federico Leva (WMIT) (talk | contribs){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | BIB3D = 2005 | RSR1 = Brenni, Paolo | BIB3T = Gli utensili | CTP = Industria, Manifattura, Artigianato | AGG1D = 2011 | BIB2G = La misura del tempo. L'antico s...

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