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UNA DONNA SGOZZATA

In via dei Tedeschi, numeri 13, 15 e 17, è accaduto nelle prime ore del pomeriggio di oggi un cruento fatto di sangue che sembra avvolto in un fitto mistero.

L’inquilinna di uno degli appartamenti è stata trovata sgozzata, senza che si sappia chi è stato l’autore del delitto.

Si suppone che il movente del delitto possa essere stato il furto.

Un poco di storia.

Al terzo piano a sinistra della suddetta casa viveva da circa due anni e mezzo Vicenta Verdier, nubile, di trentaquattro anni d’età, originaria di Saragozza.

Secondo le informazioni che abbiamo potuto raccogliere, era mantenuta da un agente di borsa che spesso le faceva visita.

Questo tipo di vita non era gradito alla famiglia di lei, e da quando intraprese la relazione con il suddetto signore, i parenti interruppero i rapporti con lei, eccetto una sorella con cui continuò a frequentarsi e a cui faceva visita tutti i pomeriggi.

La madre di Vicenta vive fuori Madrid, avendo lasciato il suo paese da qualche tempo.

Grida d'aiuto

All’una e mezza circa del pomeriggio di oggi, i vicini di via dei Tedeschi che vivono di fronte alla suddetta casa udirono la voce della donna che domandava aiuto disperatamente.

Le grida di aiuto divennero sempre più flebili fin che cessarono del tutto.

I suddetti vicini, allarmati per questo, si presentarono al Commissariato del distretto, dicendo che avevano udito una donna chiedere aiuto dal terzo piano della casa ai numeri 13, 15 e 17.

Il tenente Alastuy, con due guardie, e il sindaco del quartiere, sig. Perez Chozas, che passava da lì, si recarono al detto appartamento, e dal momento che non ottenevano risposta alle loro chiamate, ordinarono a un fabbro che forzasse la porta.

La vittima

Il fabbro concluse il suo incarico forzando la porta, che aveva il chiavistello inserito dall'interno, e le persone suddette entrarono nell’appartamento.

Nel corridoio si vedevano grandi macchie di sangue, che continuavano fino al soggiorno e da questo giungevano fino al gabinetto.

Una volta dentro a questo si vide che era stato lo scenario di un fatto cruento.

Tutto il pavimento e molti mobili erano macchiati di sangue, vedendosi inoltre un bel portavasi fatto a pezzi e avvertendosi da ogni parte le tracce di una lotta.

La vittima di questa lotta apparve in camera da letto.

Nell’angolo formato dal letto con il comodino, ginocchioni con la testa appoggiata contro il letto stava l’inquilina dell’appartamento, Vicenta Verdier, sopra una immensa pozza di sangue.

Si avvicinarono a lei e videro che era già cadavere; aveva nel collo una ferita tanto profonda che quasi la testa era staccata dal tronco.

Nelle mani anche aveva qualche ferita.

Vicino al cadavere, in terra, si vedeva una piccola medaglietta d’argento della Vergine del Pilar. Nei vestiti di Vicenta si vedevano segni di lotta; aveva il grembiule e la camicetta strappate.

Chi è l’assassino? – L’entrata e la fuga -

Fino ad ora non si sa nulla circa chi possa essere l’autore del delitto, si pensa che il movente del delitto possa essere stato il furto.

Nell’armadio del guardaroba furono rinvenuti vari astucci di gioielli vuoti.

Alcune persone credono che l’assassino possa essere qualche altro amante di Vicenta; ma la portinaia della casa e i vicini affermano che conoscevano come tale solo l’agente di borsa.

Anche non si sa con certezza da dove possa essere entrato l’autore del delitto, perché la portinaia disse che non vide salire nessuno.

In cambio si può affermare che la fuga avvenne attraverso una finestra che c’è in camera da letto e che dà su un tetto; essendo molto facile saltare da una parte all’altra, potrebbe essere entrato dallo stesso luogo.

Nel tetto di cui parliamo si nota una tegola spostata, avendo dichiarato un muratore che fece un sopralluogo, che quella tegola è già da molto tempo che è nella posizione in cui è stata trovata.

Il giudice di guardia

Il giudice di guardia del distretto della Università, sig. Martinez Marin, insieme allo scrivano sig. Moreno Pastor, l’ufficiale Luis Rubio e l’ufficiale giudiziario Santiago Martinez, si presentò fin dai primi istanti sul luogo dell’accaduto, incominciando ad eseguire le prime indagini.

Prese le dichiarazioni della portinaia, che come tutte le sue colleghe di lavoro in questi casi, disse di non sapere nulla. Ascoltò anche la dichiarazione della vicina del terzo piano a destra, la sig.a Matilde Merello. Questa signora affermò di avere una certa amicizia con la vittima a cui preprava il pranzo tutti i giorni. Oggi stava parlando con lei verso le dodici e mezza, ora in cui salutò Vicenta che le disse: - arrivederci, mi raccomando che mi prepari subito il pranzo.

Dopo ignora ciò che accadde, infatti ella non seppe nulla dell’accaduto finchè non udì i colpi che davano per aprire la porta.

L’inquirente ordinò che si praticassero minuziosi sopralluoghi in tutti i tetti delle case vicine per vedere se dessero qualche risultato; infatti ci sono persone che affermano di aver visto, nella stessa ora dell’accaduto, un uomo sopra di essi.

Cercando precedenti.

Abbiamo cercato di indagare alcuni precedenti della vita di Vicenta dal momento che venne a vivere a Madrid, riuscendo ad accertare che abitò nella traversa delle Pozas, al numero 1.

Lì la portinaia non sapeva nulla perché era in servizio solo da due mesi. Trovammo la sua predecessora e anche questa non aveva conosciuto Vicenta dicendoci che la portinaia che noi cercavamo era morta.